Divenuto presto schiavo nella vita, Callisto mise a disposizione degli altri il suo raro talento fino a conquistare la fiducia del padrone che lo volle libero, affidandogli l’amministrazione dei suoi beni. Ma lì incominciarono le sue traversie, accusato come fu di furto e di truffa. Per questo fu costretto a girare la macina del mulino e a lavorare come schiavo nelle miniere in Sardegna. Lì maturò la sua conversione, abbracciando il cristianesimo nella radicalità del Vangelo. Alla morte del pontefice Zefirino fu eletto papa ma il prete Ippolito non accettò la sua nomina perché Callisto era conciliante con i peccatori pentiti, i “lapsi”. Seguì lo scisma con il prete Ippolito eletto a antipapa. Sotto l’imperatore Alessandro, Callisto fu fatto prigioniero, gettato in un pozzo e lapidato.